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Sara


Il Messaggio di Bahá’u’lláh mi ha dato strumenti, come il servizio verso le generazioni più giovani, che mi hanno permesso di diventare una persona diversa anche in famiglia e contribuire a cambiare le cose.


 

Il primo bahá’í che ho conosciuto è stato il mio insegnante di inglese della scuola superiore; è stato con noi solo per un anno, ma dal primo istante che è entrato in classe ha conquistato il mio cuore grazie alla sua radiosità ed il suo entusiasmo, ma soprattutto l’amore con cui guardava e si prendeva cura delle anime degli studenti e non solo delle loro menti e la sua capacità di valorizzare i giovani intorno a lui. Dopo la fine della scuola, io e la mia famiglia abbiamo instaurato un bellissimo rapporto di amicizia con lui e per questo, nel 2017, ci ha invitati a partecipare alla celebrazione del Bicentenario della nascita di Bahá’u’lláh a Lecco, che si è tenuta in un bellissimo teatro.

Prima di questo evento, nonostante fossi a conoscenza della sua Fede, non ne avevamo mai parlato in modo approfondito; dopo il Bicentenario, però, ho iniziato a frequentare gli incontri per giovani organizzati dalla comunità bahá’í nella mia zona. Inizialmente ho partecipato senza molta consapevolezza, ma dentro di me sentivo di aver bisogno di trovare ambienti in cui costruire amicizie vere e di nutrimento spirituale dove potermi confrontare con i miei coetanei sulle tematiche profonde ed i problemi della nostra società.

Durante tutta la mia infanzia e soprattutto l’adolescenza ho sempre sentito il bisogno di avvicinarmi a Dio, alla preghiera e di condividere con gli altri momenti di unità e spiritualità; già frequentavo spazi di tipo religioso, ma grazie agli incontri giovani della comunità bahá’í ho trovato un luogo che dava concretamente gli strumenti per costruire una reale unità nel mondo. È stato come immergermi in una cascata di acqua fresca e mi sono sentita corroborata. È stato come bere il primo bicchiere d’acqua dopo aver attraversato il deserto. Ho sentito che c’era qualcosa di più rispetto a quello che stavo vivendo e che la risposta a tutte le mie domande era Bahá’u’lláh.


La religione è sempre stata un aspetto preponderante della mia vita; sono cresciuta frequentando assiduamente la chiesa e l’oratorio, dove ho trovato una vera e propria seconda famiglia. La mia identità è molto connessa e radicata nel fatto di essere cresciuta nella comunità cristiana, soprattutto quella locale della zona da cui provengo, ed ancora ho tantissimi bei ricordi legati a quel periodo. Sentivo dentro di me, però, una sete di spiritualità che aumentava; leggere il Vangelo ed i Salmi la colmava inizialmente, ma sentivo che continuava ad aumentare sempre di più, non trovava mai qualcosa che la placasse. In particolare, il nutrimento che mi dava non si trasformava mai un cambiamento concreto nella mia vita e nelle situazioni intorno a me: nello specifico chiedevo a Dio di aiutarmi a creare intorno a me una famiglia unita, ma i miei tentativi erano molto fallimentari e mi sentivo arrabbiata.

Il Messaggio di Bahá’u’lláh mi ha dato strumenti, come il servizio verso le generazioni più giovani, che mi hanno permesso di diventare una persona diversa anche in famiglia e contribuire a cambiare le cose. Anche i miei genitori si sono resi conto del potere trasformatore della Fede bahá’í su di me da questo punto di vista.

Il servizio è quella cosa che ti permette di vedere la trasformazione che serve nella società, partendo però in primo luogo da te stesso; è collegato direttamente alla Parola di Dio, che di per sé è trasformatrice, ma attraverso il servizio devi mettere alla prova i tuoi desideri egoistici e le tue inclinazioni in favore di qualcosa di più grande e più bello. Il servizio ti trasforma in qualcuno che non pensavi di poter aspirare a diventare. L’Istituto Ruhi offre la possibilità di creare essere umani rinnovati ed una società diversa, partendo proprio da quello che ognuno di noi può fare per contribuire, partendo dalle idee più piccole, ma messe in pratica e condivise con gli altri.

La mia storia mi insegna che non basta una famiglia o un gruppo di individui per crescere delle persone, ma serve una comunità unita perché quella è l’arena in cui ogni generazione può sentirsi accolto, mai lasciato solo e sperimentare le proprie capacità messe al servizio degli altri. La comunità è quell’ambiente che permette ad ogni anima di fiorire e dare quei frutti che Dio ha già messo in potenza in ognuno di noi.





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