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Anna


Mettermi al servizio degli altri ha cambiato la mia vita sotto tanti aspetti, come il rapporto con la mia famiglia, la relazione con il mio fidanzato e le mie amicizie. Ha cambiato il mio modo di vedere le persone e di come mi mostro agli altri.


 

Ho conosciuto la comunità bahá’í durante la pandemia quando due mie amiche mi hanno invitata a partecipare agli incontri per i giovani, che in quel momento venivano organizzati online. Mi sono innamorata immediatamente delle tematiche di cui discutevamo e soprattutto del modo in cui venivamo trattate perché al centro della conversazione c’era sempre la Parola Sacra; tra gli argomenti che mi hanno affascinato inizialmente c’erano quello sulle due ali dell’uomo, quella spirituale e quella materiale, il ruolo dei giovani nella società e il servizio verso le generazioni più giovani.


La prima volta che ho partecipato ero un po’preoccupata perché non sapevo cosa aspettarmi; quindi, mi sono connessa un po’ in ritardo, così da passare “inosservata”, però mi sono accorta subito che c’era un clima molto accogliente, nonostante si trattasse di un incontro online. È stato commovente perché, in un momento in cui eravamo tutti chiusi in casa, durante quegli incontri si sentiva immediatamente una connessione ed un senso di amicizia con persone appena incontrate. Piano piano sono stata coinvolta sempre di più, non solo come semplice partecipante, ma ho iniziato a dare il mio contributo anche nell’organizzazione di questi spazi online. Non appena abbiamo potuto ricominciare a viaggiare sono andata ad un incontro giovani regionale al Centro comunitario di Mantova e sono rimasta estasiata nel vedere che c’erano giovani, adulti, bambini e giovanissimi che collaboravano insieme. L’evento, nonostante fosse dedicato ai giovani, dava spazio anche a tutte le altre generazioni; mi ha colpito tantissimo perché non avevo mai visto questa dinamica di collaborazione in nessun’altra circostanza all’interno della nostra società.


Ho iniziato il mio percorso con l’Istituto Ruhi studiando il Libro 1 online insieme ad un paio di amici e subito dopo abbiamo deciso di andare avanti con il Libro 3, dedicato all’educazione spirituale delle generazioni più giovani, per poter iniziare a servire nelle classi per bambini, a cui mi dedico ancora adesso. Ne abbiamo aperta una online durante la pandemia e contemporaneamente avevamo anche degli incontri con i giovani e un circolo di studio con altri amici di varie città diverse. Nonostante fossero tutte online, quel periodo è stato molto speciale perché queste piccole attività hanno nutrito il mio senso di scopo e di servizio e mi hanno portato a scegliere di dedicare tre mesi di servizio a Mantova, dove mi sono anche formata come animatrice dei gruppi giovanissimi.




Mettermi al servizio degli altri ha cambiato la mia vita sotto tanti aspetti, come il rapporto con la mia famiglia, la relazione con il mio fidanzato e le mie amicizie. Ha cambiato il mio modo di vedere le persone e di come mi mostro agli altri. Grazie agli scout avevo iniziato a far riemergere la mia parte più spirituale che avevo celato per tanti anni ed il servizio con la comunità bahá’í ha permesso di sprigionare quel potenziale che era latente in me. Quando mi metto al servizio degli altri sono molto più coerente con me stessa, sento maggiore purezza, forza ed energia in quello che faccio.


La spiritualità era già presente nella mia vita grazie al mio percorso scout durante il quale ho ritrovato Dio. Era presente, ma sentivo come se mancasse un tassello fondamentale. Durante gli scout ho ricominciato a sentire la presenza di Dio attraverso il vento e la natura in generale. Una mattina, poche settimane fa, mi sono svegliata e non mi sentivo bene, avevo mal di testa e non avevo voglia di alzarmi dal letto, ma c’erano tante attività da fare. Era un periodo molto intenso ed avevo anche deciso di fare il digiuno bahá’í. Mi sono alzata per pregare ed ho sentito che c’era un vento molto forte, che mi ha accompagnato durante tutta quella giornata così impegnativa. Ho incontrato tante persone, con alcune di loro abbiamo anche parlato della Fede bahà’ì ed ho condiviso che lo scopo portato da Bahá’u’lláh è l’unità delle religioni e dei popoli. Ad un certo punto mi sono resa conto che c’era un desiderio che stava crescendo forte dentro di me. Mi sono accorta anche che tutte queste conversazioni spirituali erano state accompagnate da quel vento impetuoso che aveva portato con sé la consapevolezza che avevo collezionato anche l’ultimo tassello che stavo cercando: volevo accettare il Messaggio di Bahá’u’lláh. Quel giorno, a casa di un’amica, mi sono dichiarata bahá’í.


Ho letto di recente una frase di una partigiana che diceva: “Per partecipare al miglioramento del mondo bisogna esserci”; mi ha colpito perché mi ha ricordato la citazione di Bahá’u’lláh che dice: “Il miglioramento del mondo può ottenersi mediante azioni pure e sante”. Ho riflettuto sul fatto che è importante essere presenti per attuare un cambiamento concreto. Se ci pensiamo, storicamente l’umanità ha iniziato ad evolvere ed innovarsi quando si è riunita in comunità; adesso Bahá’u’lláh ci sta dicendo di creare comunità sempre più unite e vibranti perché possiamo sprigionare dei poteri ancora più grandi. Costruire comunità è parte della nostra essenza di esseri umani.





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