Shahrzad
Penso che Baha'u'llah sia entrato nella mia vita nel periodo in cui ho fatto il servizio ad Haifa nel 1992. Prima vivevo la mia fede in maniera molto inconsapevole, sebbene io sia cresciuta in una famiglia baha'ì. Nella mia giovinezza non ero neppure molto interessata a certe tematiche.
Finchè ho deciso di fare questa esperienza di servizio ad Haifa, nonostante in un primo momento non ci fosse grande coinvolgimento da parte mia. Proprio lì invece credo che Baha'u'llah sia entrato nel mio cuore: in quei mesi infatti ho avuto l'opportunità di leggere molti Scritti, di cui la maggior parte in lingua inglese. Ho letto per la prima volta non in italiano, ma soprattutto per la prima volta con il cuore.
Poi, una volta tornata in Italia, è stato come se in un primo momento avessi avuto la necessità di metabolizzare la cosa, per cui inizialmente ho lasciato tutta l'esperienza in un angolo e solo a distanza di sei o sette mesi tutto ciò che avevo vissuto durante il mio viaggio è venuto fuori e ho sentito la necessità di cominciare a fare attività di servizio.
Stiamo parlando degli inizi degli anni '90 e devo dire che, per i giovani, il modo di vivere la comunità era un po' diverso rispetto ad oggi. Io sono cresciuta nella comunità di Roma, dove c'erano pochi giovani. Però ricordo che si interagiva a 360 gradi, questa credo sia una delle caratteristiche proprie del modo di rapportarsi della mia generazione.
Mi ritengo una persona che ha sempre amato investigare in profondità le cose, non accettavo le vie di mezzo, cosa che adesso con una maturità differente un po' è cambiata.
A Roma facevamo tante attività, e lì ho vissuto un periodo molto intenso, in cui ho avuto la possibilità di fare approfondimenti e grandi esperienze con gli amici baha'ì e con la comunità di interesse.
Nel 1997-98 si è cominciato a parlare, a livello nazionale, dell'Istituto Ruhi, un progetto di formazione baha'ì.
Anche in questo caso si è trattata di una scelta molto consapevole: ad un certo punto ho deciso di essere baha'ì, ero proprio decisa, dovevo comprendere i principi in profondità e vivere coerentemente giorno dopo giorno la mia fede.
La mia giovinezza è stata caratterizzata da un'impetuosa crescita personale. Baha'u'llah mi ha cambiato completamente la vita, mi ha aperto una porta e finalmente ho potuto vedere cose che altrimenti non avreipotuto nemmeno immaginare.
Sebbene il mio carattere, contrassegnato da un certo grado di ribellione, mi ha sempre portata a mettere tutto in discussione, Baha'h'llah è entrato nella mia vita in maniera soverchiante e l'ha cambiata totalmente.
Ha tramutato la tristezza in gioia.
C'è stato un periodo della mia vita durante il quale l'impegno lavorativo si era fatto piuttosto importante e conciliare il lavoro con gli studi era diventato sempre più difficile, i sensi di colpa mi attanagliavano, perché sentivo di non riuscire a fare tutto.
Con il tempo ho imparato che ci sono momenti della vita in cui ci troviamo necessariamente a dover far fronte a delle scelte, puoi scegliere di fare solo determinate cose, ma ho anche imparato che ci sono diverso modi per servire.
Aver conosciuto numerose comunità mi ha insegnato che il servizio baha'ì può avere molteplici forme, perché la società si evolve e di conseguenza anche il modo in cui la società percepisce la fede si evolve. Nulla rimane stabile.
In questo senso è stato interessante vedere persone adulte di 70-75 anni che hanno captato le necessità della società in cui vivevano e si sono adoperate per portare il messaggio di Baha'u'llah nel modo che ritenevano più adeguato rispetto alle circostanze.
L'Istituto è uno strumento molto attuale, poiché le persone possono partecipare e imparare insieme, non vi è uno più bravo o uno meno bravo, tutti collaborano da pari.
Si costruisce insieme ed è proprio questo ciò di cui la società ha bisogno ora.
Siamo solo all'inizio e chissà come si evolverà. Probabilmente non sappiamo ancora come utilizzare al meglio gli strumenti che ci sono stati offerti, ma di certo chiunque abbia il desiderio di offrire le proprie energie e il proprio talento può alzarsi, può imparare, entrate nell'Istituto Ruhi e scegliere la strada del servizio che più si sente di intraprendere per costruire una comunità.
Mio marito, Giovanni, applica tutti i principi della Fede nella nostra vita coniugale, principi come parità tra uomini e donne o la consultazione. Credo che molte delle scelte che abbiamo preso nel nostro percorso insieme siano state guidate dalla Fede, è un punto fondamentale nella nostra vita.
Che cos'è la comunità? La comunità può essere definita come un'entità di persone con background molto diversi che collaborano insieme e fanno attività di servizio per costruire una società migliore.
Tutt'ora in realtà sto cercando di capire esattamente che cosa sia la comunità e cosa significhi farne parte. T'impone di uscire dal tuo isolamento e superare i tuoi limiti. E' sicuramente un luogo immaginario, qualcosa di armonioso, dove ogni persona è valorizzata per quello che è. Credo che il concetto che sta alla base dell'unità sia l'armonia.
Ogni singola persona può offrire quello che ha e ciò che è per essere utile, per fare del bene alla società.
Io sto ancora imparando. Sto imparando ad applicare la moderazione in tutti i campi della mia vita. Ho imparato a lavorare e a collaborare con diverse le persone, sto imparando a consultarmi con gli altri, a conoscere gente diversa da me e ad apprezzarne la diversità, cosa non sempre facile da fare. Questa è una bella sfida: amare e collaborare con le persone, sebbene talvolta non c'entrino nulla con te, volgere comunque lo sguardo ai loro aspetti migliori, interagire con loro a 360 gradi, giovani e adulti, senza alcun tipo di discriminazione.