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Tatiana




L’inizio di quello che può essere chiamato un viaggio spirituale e l’approccio con la fede bahá’í, è stato l’incontro con una persona che non era bahá’í, ma sapeva molto di questa nuova Fede. Si può dire che questa persona è stata per me un ponte che mi ha portato al messaggio di Bahá’u’lláh. Ho iniziato a studiare e ad avere conversazioni significative con i bahá’í in Russia, perché in quel periodo vivevo a Mosca. Entrando in contatto con i bahá’í, ho incontrato persone molto interessanti, di spessore spirituale, mai incontrate fino a quel momento della mia vita. Ho partecipato all’Istituto Ruhi, iniziando con degli amici della comunità il libro numero 1 (Riflessioni sulla vita dello spirito). Considero questo libro fondamentale per il mio percorso, perché mi ha spiegato tutto quello che volevo sapere. Sono stata molto fortunata ad aver incontrato la Fede bahá’í da giovane, e non in età adulta. La mia famiglia era molto religiosa, al 50%. Mio padre era credente, ma non praticante: non andava in chiesa. Una volta mi disse: “non devo andare in chiesa per credere in Dio”. Queste parole sono ancora nella mia testa. Credo sia importante: la Fede è qualcosa tra te e Dio, non tra te e le altre persone. Mia madre e mia nonna erano cristiane russo ortodosse e praticanti: ogni domenica andavano in chiesa. Dato il mio background, è stato importante comprendere bene la fede bahá’í e i suoi principi. Capire cosa significano parole come “Dio”, “anima”, che dovrebbero essere concetti simili in tutte le religioni, perché Dio è uno. Ho raccontato a mio padre del messaggio di Bahá’u’lláh, e della mia decisione di diventare bahá’í. Lui ha espresso la sua piena fiducia in me: se la fede bahá’í era veritiera per me, allora era il percorso giusto per me. Mi piacerebbe condividere di più con lui e, in generale, con la mia famiglia della Fede ma, purtroppo, ora vivo in Italia e sono lontana e quindi questo è difficile. Ho percepito subito che Bahá’u’lláh era un nuovo Messaggero divino, ma ho pure pensato che i bahá’í fossero, in qualche modo, gente “troppo perfetta”. Frequentavo la comunità bahá’í di Mosca, erano molto gentili con me, hanno fatto veramente molto per me. Come accennato prima, ho partecipato all’Istituto Ruhi, al libro 1 e nel mio circolo c’erano 5 bahá’í che partecipavano solo per me, per aiutarmi nel mio percorso spirituale. E questo mi ha colpito molto, perché nessuno fa sforzi del genere, dedicando il suo prezioso tempo solo a te. Un giorno ho parlato con una bahá’í di Mosca, dicendo che non mi sentivo all’altezza della fede bahá’í. Lei mi ha detto: “non pensare così, non siamo perfetti. Abbiamo solo iniziato un percorso di cambiamento delle nostre vite, delle nostre comunità e stiamo cercando di lavorare su noi stessi. Non devi essere perfetta per essere bahá’í”. Questa è stata una grande lezione: per essere bahá’í non devi essere una persona santa, ma lavorare tanto, con grande fatica, sulla tua persona per una trasformazione spirituale. Il messaggio di Bahá’u’lláh mi ha aiutato a comprendere alcuni aspetti della vita, per esempio il concetto della vita dopo la morte. Mia madre è trapassata a 49 anni, allora io avevo solo 23 anni ed, all’epoca, è stato molto difficile per me accettare la sua morte. Ho capito, invece, che la morte è una fase della vita, un passaggio naturale dell’anima immortale. Ed è importante comprenderlo, anche se difficile. E Bahá’ulláh ti aiuta ad essere vicino a Dio in quei momenti. Ho deciso di mettere i miei talenti e capacità al servizio della comunità. Amo molto la fotografia e fare i video: posso farli dovunque, per giorni, senza sentire l’esigenza del cibo. È qualcosa che mi piace davvero, e amo farlo come attività di servizio. Una volta un bahá’í di Mosca mi disse: “Se fai servizio, è importante che ti godi l’esperienza, e metti i tuoi talenti al servizio della comunità con tutto il cuore”. Penso che sia importante per tutti dedicare i propri talenti al servizio della comunità, in questo modo avremo un mondo migliore. È come se ognuno esprimesse il meglio di sé, al servizio della società. Il servizio ha arricchito la mia vita. È importante per poter capire perché sei in questa vita. Vivi per cosa? Per mangiare? Per divertirti? Con il servizio nella tua vita senti che hai un motivo valido, nobile. La fede bahá’í unisce le persone e costruire una comunità è come essere in una grande famiglia, sempre in crescita, dove ci sono bambini, giovani, persone adulte. Non importa il tuo background, la tua classe sociale. Ovunque vai nel mondo hai una famiglia, perché le persone sono incredibili, ovunque le incontri nel globo. Come posso continuare a contribuire alla costruzione di questa comunità? Vorrei usare l’arte nell’attività di servizio, per esempio introdurla nella classe dell’educazione alle virtù per i bambini. L’arte, come dice Bahá’u’llah, è come preghiera e, introdotta nelle classi, attrae i bambini, li aiuta ad avere menti più aperte per la comprensione delle virtù.



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