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Roya




Provengo da una famiglia mista, mia madre è musulmana, mio padre era bahá’í. Ricordo che è stata mia nonna paterna, quando da piccola abitavo in Iran, a portarmi alla classe per bambini bahá’í i tutti i venerdì mattina. Dopo la scomparsa di mia nonna, però, per diversi anni ci siamo allontanati un po’ dalla comunità.

Quando avevo 14 anni sono venuta in Italia per fare un anno di liceo e ho abitato da mia zia. Durante quel periodo sono tornata in contatto con il messaggio di Bahá’u’lláh ed è esploso l’amore verso questa Fede. Sono tornata in Iran, per poi trasferirmi definitivamente in Italia nel 1987.

È qui che ho deciso di accettare Bahá’u’lláh e dichiararmi bahá’í; è stata una scelta molto emozionante e sono esplosa in un pianto ininterrotto di gioia. Da quell’anno ho sempre fatto parte dell’Assemblea Spirituale Locale di Brugherio.

Io e mio marito abbiamo avuto un matrimonio misto, con due cerimonie, una bahá’í ed una cattolica. Era molto importante per la sua famiglia, soprattutto per mia suocera, ed è stato molto bello. Mi ricordo che gli parlavo della Fede mentre viaggiavamo. Durante i viaggi in macchina io era seduta accanto a lui, mentre guidava e gli raccontavo le storie di ‘Abdu’l-Bahá, e di Bahá’u’lláh. Ogni volta che si usciva in macchina, lui mi diceva: “Raccontami qualcos’altro”. Ne era affascinato e, dopo qualche anno, si è dichiarato anche lui bahá’í.

Dopo la nascita di mia figlia c’è stato un avvicinamento molto forte di tutta la mia famiglia alla Fede bahá’í perché volevamo condividere con lei questo gioiello prezioso. Per me era importante che ricevesse un’educazione spirituale, perché ti cambia la vita. Cambia la tua visione del mondo. Ti da un progetto di vita, un progetto molto più ampio di quello che è contingente. Perché cosa è il qui ed ora? Il vestito, il cellulare, la scuola, il ragazzino. La visione di Bahá’u’lláh è proiettata verso la costruzione di una civiltà mondiale. Come si fa a tirarsi indietro davanti un progetto cosi grandioso?

Inizialmente mia figlia frequentava le classi per bambini in una città vicina ma, ad un certo, a causa di diversi motivi, quelle attività si sono interrotte. Mi sono ritrovata a dover scegliere se fare io l’insegnante della classe, e permettere a mia figlia di partecipare a quest’attività con i suoi amici. È stata una scelta molto difficile, perché non era proprio nelle mie corde. Le attività con i bambini non le faccio nemmeno se mi pagano, ho sempre pensato. Ma per lei dovevo assolutamente farlo. Mi sono formata grazie all’Istituto Ruhi ed abbiamo iniziato la classe con altre bambine. Sono stati anni molto preziosi.

Non era solo per aiutarla a non cadere nel tranello della corruzione, che c’è nel mondo di oggi, ma era anche darle la possibilità di fare un passo più in la. Per me era importante trasmetterle qualcosa di così grandioso. Non mi aspettavo che accettasse la Fede, io l’avrei lasciata libera di scegliere. Sono felice, però, che abbia accolto il Messaggio di Bahá’u’lláh nel suo cuore.

La comunità è un gruppo di persone che sono diversissime l’una dall’altra, ma hanno un progetto comune; persone che cercano di guardare il meglio l’uno nell’altro per mantenere questo legame stretto, di accantonare i difetti per costruire il benessere comune.



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