Stefano
Ho conosciuto la Fede Bahá’í intorno al 2012 quando, insieme ad una mia amica, ho iniziato a partecipare come animatore ad un Gruppo Giovanissimi a Melzo. Il primo approccio che ho avuto con il concetto di costruzione di comunità è avvenuto, quindi, attraverso l’educazione delle generazioni più giovani. Inizialmente ero in difficoltà perché non avevo idea di come si facesse ad essere un esempio per i ragazzi.
Insieme ad altri giovani ho partecipato ad una conferenza, durante la quale abbiamo continuato ad approfondirci sui temi dell’educazione e ho iniziato a pormi delle mete e, piano piano, a raggiungere degli obiettivi che mi hanno permesso crescere, sia come persona che come animatore. Nelle prime fasi di quest’avventura ho scoperto il concetto di servizio, ovvero dedicarsi all’altro e, di conseguenza, anche il concetto di sacrificio.
Abbiamo approfondito anche cosa sono le dicotomie e le false scelte che i giovani, spesso, si trovano ad affrontare e da quel momento ho capito qual era la strada giusta da intraprendere. Non è stato semplice: per i primi due anni mi sembrava che fosse tutta in salita, ma provavo tanta gioia dentro di me. Era un sentimento che non derivava dai risultati ottenuti ma dal sentire che stavo facendo qualcosa di utile e che la mia vita aveva uno scopo. Grazie a queste attività di servizio ho acquisito capacità e consapevolezze che poi mi sono servite in tutti gli ambiti della mia vita.
Penso che dare un’educazione spirituale alle generazioni più giovani sia importante perché l’umanità ha tanti strumenti intellettuali, tecnologici e scientifici ma è importante che ci sia una base valoriale comune, che indichi il modo in cui essi debbano essere utilizzati. Bahá’u’lláh ci insegna che, quando in un individuo si combinano eccellenza spirituale ed intellettuale, la sua visione diventa completa e riesce a risolvere le difficoltà e le sfide della vita in maniera più naturale, fluida ed efficace.
Questo tipo di cambiamento nei ragazzi avviene molto velocemente e per questo penso che il Gruppo Giovanissimi possa essere messo alla base della costruzione di comunità perché, nei tre anni nei quali sono coinvolti in questo progetto, imparano a compiere atti di servizio in maniera autonoma ed a prendersi le proprie responsabilità. Questo processo poi ha delle influenze positive anche sulle loro famiglie e sulla comunità in cui vivono.
Per me una comunità non è composta solo da un gruppo di persone, ma è un insieme di capacità e talenti che vengono messi al servizio l’uno dell’altro, per il progresso dell’umanità. Mi piacerebbe continuare a dare il mio contributo nella città in cui vivo, sia attraverso il programma giovanissimi, che in conversazioni con giovani ed adulti e anche vivendo una vita priva di dicotomie.
English version
I met the bahá'í faith around 2012 when, together with a friend of mine, I started to take part as an animator of a junior youth group in Melzo. Therefore, the first approach I had with the concept of community building occurred through the education of the younger generations. Initially I was in trouble since I had no idea how to be an example for the youth.
Together with other young people I attended a conference, during which we continued to deepen the topic of education. I started to set goals and little by little reached the objectives that allowed me to grow, both as a person and as an animator. In the early stages of this adventure I discovered the concept of service, that is, to dedicate oneself to others and, as a consequence, the concept of sacrifice.
We also deepened on the dichotomies and false choices that young people often face and from that moment I understood the right path to take. It was not easy: for the first two years everything appeared to be an uphill climb, but at the same time I was filled with joy. This feeling was not produced by the results we achieved, but feeling that I was doing something useful and that my life had a purpose. Thanks to these acts of service, I have acquired skills and an awareness that I have then used in all areas of my life. I think that giving a spiritual education to the younger generations is fundamental because mankind possesses so many intellectual, technological and scientific instruments, that it is important a common foundation of values be established, in order to guide us in their utilization. Bahá'u'lláh teaches us that when an individual combines spiritual and intellectual excellence, his vision becomes complete and he will manage to solve life’s difficulties and challenges in a more natural, flexible and effective way.
This kind of change in the youth happens very quickly and that’s why I think that the junior youth group can be set at the base of community building because, in the three years in which they are involved in this project, they learn how to perform acts of service in an autonomous way and to take responsibility. Eventually this process has a positive influence on their families as well as the community where they live.
In my opinion, a community is not just a group of people, but a set of capacities and talents paying service to each other, for the progress of humanity. I would like to continue to give my contribution in the city where I live, both through the junior youth program and through conversations with youth and adults and also living a life deprived of dichotomies.