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Bruno


Qualche anni fa i miei figli hanno iniziato a frequentare la Comunità bahá’í e, poco dopo, hanno cominciato a condividere in famiglia le esperienze che stavano vivendo. Ho sempre pensato di voler lasciare che loro si sentissero liberi di poter fare le proprie scelte, per questo motivo non ho nemmeno voluto battezzarli; ho creduto che ad un certo punto della loro vita avrebbero fatto la propria scelta o, semplicemente, che avrebbe deciso di non scegliere.


Una volta che loro si sono approcciati a questa Fede, ho voluto conoscerla meglio e capirne di più così, piano piano, ho iniziato a partecipare a qualche attività. Ho iniziato con qualche incontro, dove si affrontava la tematica della preghiera o ci si scambiava idee e, successivamente, anche diverse conferenze che ho trovato molto interessanti. Durante questi incontri si trattano argomenti a volte per me un po’ “cosmici”, ma di cui è importante discutere perché ti portano ad aprirti verso il mondo e a non pensare sempre solo al tuo orticello.


Personalmente non sono molto attratto dalle tematiche di natura religiosa, forse perché sono un po’ un nichilista, un agnostico, ma sono felice che i miei figli abbiano trovato nella spiritualità una fonte di forza ed energia, che poi impiegano in attività preziose, soprattutto nel campo dell’educazione degli adolescenti. Trovo molto positivo il fatto che ora impieghino il loro tempo libero dal lavoro e dallo studio per dedicarsi al servizio verso gli altri.


Le attività bahá’í in cui i miei figli sono coinvolti hanno anche influenzato sia la nostra vita famigliare, che quella di quartiere. Prima la mia casa per me era quasi come un dormitorio perché esco presto la mattina, per andare a lavorare e torno la sera, stanco; non conoscevo nessuno dei miei vicini di casa e forse non mi interessava nemmeno. La scorsa estate abbiamo aperto la nostra casa a molte attività di quartiere ed ora conosco tutti e mi piace molto.


Questo è il contributo che mi sento di poter continuare a dare alla costruzione di Comunità.


English version


A few years ago my children started attending the bahá'í community and, shortly thereafter, they began to share their experiences with the family. I always thought I wanted to let them feel free to make their own choices, that is why I didn’t even want to baptize them; I believed that at some point in their lives they would make their own choice or, simply, that they would decide not to choose. When they approached this Faith, I wanted to know and understand more about it so, little by little, I started to participate in some activities. I started attending some meetings where the topic of prayer was dealt with or ideas were exchanged and, at a later stage, also different conferences that I found very interesting. Sometimes the topics of these meetings sounded a bit '"cosmic" to me, but it is important to discuss them, because they lead you to open up to the world and not always focus exclusively about your little garden.

Personally I am not very attracted by religious issues, perhaps because I am a sort of a nihilist, an agnostic, but I am happy that my children have found in spirituality a source of strength and energy, that is then applied in precious activities, especially in the field of adolescent education. I find it very positive that they are now spending their free time away from work and study to devote themselves to serving others.

The Bahá'í activities in which my children are involved have also influenced both our family’s life and that of our neighborhood. Before my house used to be a sort of a dormitory for me, since I go out early in the morning, go to work and back in the evening, tired; I did not know any of my neighbors and maybe I did not even care. Last summer we opened our home to many neighborhood activities and now I know everyone and really love it. This is the contribution I feel I can continue to give to the construction of the community.



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