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Dario



Da bambino sono emigrato in Belgio con i miei genitori e solo a 23 anni sono tornato a vivere in Italia, in Sicilia più precisamente. Ero in attesa di fare il servizio militare, quando ho trovato lavoro nello stabilimento di mio cugino; in quel periodo ho conosciuto un collega, che presto è diventato un amico, e mi ha parlato della Fede Bahá’íed invitato a partecipare ad incontri che organizzava a casa sua.


Mi ricordo che una sera abbiamo partecipato ad una conferenza a Gela e nel tragitto di ritorno in macchina verso Catania ho dichiarato di aver accettato il Messaggio di Bahá’u’lláh e sono diventato bahá’í. Un po’ come San Paolo sulla via di Damasco. Era il 1986.


Si trattava di un periodo molto speciale perché quell’anno si è tenuta vicino a casa mia, ad Acireale, una conferenza internazionale sulla pace, dove ho avuto l’occasione di incontrare un personaggio molto importante per la comunità bahá’í, Amatu'lBaháRuhiyyihKhanum. Una donna che mi ha ispirato per la sua grande umiltà.


Una delle esperienze di servizio più belle che ho avuto è stata a Portici, vicino Napoli; a quei tempi era stato appena aperto un centro bahá’í ed è stato emozionante gettare i primi semi per la costruzione di questa comunità e conoscere persone con cui ho condiviso tante esperienze importanti. Poco dopo sono partito per la Corsica, a Bastia, per sostenere le attività nella zona e costituire l’Assemblea Spirituale Locale; li ho incontrato tante persone sincere, che avevano voglia di dedicarsi agli altri ed abbiamo creato un gruppo unito che si sosteneva a vicenda.


Alla fine sono arrivato a Brugherio e qui ho vissuto l’esperienza che mi aiutato maggiormente a crescere spiritualmente. Ho dei ricordi molto speciali con un amico in particolare, che ora non c’è più, con il quale ho condiviso tante conversazioni e riflessioni profonde. Mi raccontava storie della Fede che gli erano state tramandate dalla sua famiglia e ne ero affascinato.


Il messaggio di Bahá’u’lláh mi ha aperto delle porte e delle consapevolezze che prima non avevo; mettere in pratica nella mia vita i Suoi principi e le Sue leggi spirituali mi ha condotto su una strada nuova. Una strada di servizio. Mi sono sentito cittadino del mondo e mi ha regalato una visione universale che prima non avrei mai immaginato di sviluppare.


Per me comunità significa sentirsi parte di una grande famiglia, dove ognuno porta qualcosa all’altro. Dove la gioia più grande che si possa ricevere sta nel servire gli altri.


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