Astrid
Quando avevo 11 anni, mia cugina mi ha detto di aver aperto un gruppo giovanissimi, ne era molto entusiasta e mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto partecipare. Mi ricordo al primo incontro che mi sono divertita molto ed ho deciso continuare.
Negli anni far parte del gruppo giovanissimi mi ha aiuto molto, soprattutto nei momenti in cui sentivo di aver un po’ perso me stessa. Ho imparato a relazionarmi meglio con gli altri. Ho trovato delle persone speciali, con cui ho costruito un rapporto forte e che mi hanno sostenuto negli anni. È diventato parte di me.
Insieme abbiamo fatto anche diversi atti di servizio ed è stato molto importate vedere l’effetto che le nostre azioni avevano sugli altri. Il nostro primo atto di servizio, ad esempio, è stato cucinare per le nostre famiglie e mi ricordo che tutti erano molto felici e, di conseguenza, lo eravamo anche noi. Un’altra volta abbiamo preparato un’attività gli altri gruppi giovanissimi della nostra area, dove abbiamo parlato di cosa significa che ogni persona può fare la differenza e migliorare il mondo. Questa esperienza mi ha insegnato ad aprirmi maggiormente verso gli altri.
Penso che ognuno di noi, nel nostro piccolo, possa fare la differenza. Anche attraverso azioni semplici, come essere inclusivi con tutti all’interno di un gruppo od aiutare qualcuno che sta vivendo un momento di difficoltà. Gli insegnamenti portati da Bahá’u’lláh mi hanno permesso di cercare di vedere sempre il lato positivo nelle persone; anche se una persona mi ferisce, mi impegno a vedere il bene che ha dentro di sé e a sostenerla. Ho imparato ad essere più altruista. Ho imparato che nessuno di noi è solo. Fare questo percorso mi ha aperto la mente e permesso di vedere le cose da prospettive diverse, ad analizzare i problemi ed a cercare soluzioni per risolverli.
La comunità è formata da un gruppo di persone che si sostengono a vicenda, che sono altruisti e che cercano di fare la differenza.