Yasmina
Ho incontrato la comunità bahá’í per caso. La scorsa estate ho partecipato ad una festa di paese organizzata da un’associazione giovanile di Villasanta, che a sua volta aveva chiesto ad animatori e partecipanti dei gruppi giovanissimi di creare uno spazio dedicato ai più piccoli. La mamma di una mia amica mi ha detto di aver parlato con dei ragazzi che facevano un’attività che, secondo lei, mi sarebbe potuta piacere. Così ho conosciuto il progetto giovanissimi.
E’ stato tutto molto buffo perché era sera tardi, loro erano stanchi e mi hanno spiegato velocemente quello che offre la comunità bahá’í. Io ho sempre desiderato fare un’attività di volontariato ed, in particolare, di prendermi cura delle generazioni più giovani di me, quindi, nonostante la presentazione improvvisata, ho dato subito la mia adesione.
Nei giorni successivi abbiamo studiato un materiale dedicato ai giovani che parlava del contributo che noi possiamo dare alla società. Il materiale poneva una domanda che non dimenticherò mai: “Qual è l’alto scopo che impronta le nostre vite?”. E’ una domanda che non ti viene fatta spesso, io stessa non me l’ero mai posta, ma ora è qualcosa che mi chiedo molto spesso. E’ una domanda la cui risposta è in continua evoluzione. Tra gli argomenti di cui abbiamo parlato c’era il mutuo sostegno, di come il gruppo giovanissimi possa aiutare i ragazzi dai 12 ai 15 anni a capire quale strada vogliono intraprendere ed aiutarli a non percorrere “brutte strade”. Ho deciso di intraprendere questo percorso, non solo perché volevo fare un’attività di volontariato, ma proprio perché credo molto negli obiettivi dell’Istituto.
Prima di iniziare quest’avventura ero molto agitata perché mi sentivo impreparata, ma poi facendo il gruppo mi sono resa conto che dopo ogni incontro avevo imparato qualcosa di nuovo, insieme ai ragazzi e grazie a loro. Oggi le persone mi dicono che quando parlo del gruppo mi brillano gli occhi.
Io sono mussulmana ed inizialmente ero un po’ dubbiosa nel farmi coinvolgere in un progetto che era basato sui principi di un’altra fede. Non capivo il bisogno di coinvolgere la religione in un progetto educativo, però, per capire qualcosa, devi provarla e quindi ho deciso di partecipare nonostante i dubbi. Invece è stata un’esperienza molto positiva, anzi partecipare a questo progetto ha rafforzato il mio rapporto con Dio, con la mia Fede e, soprattutto, con la preghiera. Anche collaborare e stringere amicizie profonde con persone di religioni diverse ci ha arricchito. Nessuno ha cercato di convertire l’altro, ma ho avuto la possibilità di conoscere una religione per me nuova e approfondire concetti su cui non avevo mai avuto occasione di riflettere. E’ un’esperienza arricchente sia dal punto di vista culturale che personale.
Prima di questa esperienza avevo un concetto molto diverso dell’amicizia, ma anche grazie ai discorsi che abbiamo affrontato durante il gruppo giovanissimi, la mia visione su questo argomento si è molto ampliata. Ora per me l’amicizia non è solo avere qualcuno con cui confidarsi, ma anche vivere delle esperienze costruttive insieme, crescere insieme e confrontarsi, sapendo anche accettare le critiche costruttive. Essere sinceri, non giudicarsi ed essere capaci di perdonare.
Da quando il servizio verso gli altri è parte integrante della mia quotidianità mi sono resa conto che ho una visione più positiva della vita. Sono molto più sorridente ed aperta nei confronti delle persone e vorrei aiutare anche gli altri ad essere più positivi.
Se avessi dovuto definire una comunità, fino ad un anno fa avrei detto che è un insieme di persone che vive nello stesso posto. Da quando faccio il gruppo giovanissimi la mia visione si è arricchita. Ora penso che una comunità è un insieme di persone che vivono in uno stesso luogo, provenienti da culture ed esperienze diverse, e che riescono a convivere insieme, accettando ed arricchendosi della diversità altrui. La città dove vivo io, Villasanta, penso stia facendo un ottimo lavoro nel celebrare la diversità delle persone che la popolano. Io vorrei continuare ad educare le generazioni più giovani, oltre ai giovanissimi anche i bambini, continuando ad approfondirmi personalmente e cercando di coinvolgere più persone possibili, contribuendo a condividere questa visione.
English version
I met the Bahá’í community by accident. Last summer I went to a village feat organised by a youth organisation in Villasanta, who had asked junior youth group animators and participants to organise activities for the younger participants. One of my friends’ mum told me she had spoken to some youth who were involved in a project that she thought I might like. This is how I met the Junior Youth Spiritual Empowerment Program.
It was quite funny because it was quite late, they were tired and they explained quickly what the Bahá’í community offers. I have always wanted to do some voluntary work, particularly if it involved children, so despite the improvised explanation, I was quick to volunteer.
In the following days we studied material dedicated to youth which dealt with how we can contribute to society. The material asked a question that I will never forget: “what is the purpose of our life?” It’s a question that isn’t often asked, that I had never asked myself, but now it’s something that I remember and ask myself often. Its answer is something that is constantly evolving. Among the topics we dealt with were mutual support and how a group of junior youth could help those between 12 and 15 years of age to understand which path they want to travel on and help them avoid the undesirable ones. I decided to start this journey, not only because I wanted to be involved in voluntary work, but because I strongly believe in the goals of the institute process.
Before starting I was very worried as I felt unprepared, but then after actually holding the group session, I realised that after each meeting I would learn something thanks to the junior youth. Nowadays I am told that my eyes sparkle when I speak of the junior youth group.
I am Muslim and in the beginning I was full of doubt and wasn’t sure whether I should be involved in a project which supports another faith. I could not understand the need to involve religion in an educational program, but to fully understand it I decided to go ahead and try the full experience. It was an extremely positive experience; in fact this project has strengthened my bond with God, my faith, and especially with prayer. Even collaborating and forming deep bonds of friendships with people from different religions has enriched me. No one tries to convert the others, in fact I had the opportunity to learn about a new religion and deepen myself on concepts which I had never had the chance to reflect upon. It’s a very enriching experience both from a personal view point as well as a cultural one.
Before this experience I had a completely different idea of friendship, but thanks to the conversations we had during the junior youth group, my vision on this topic has greatly widened. Now, friendship is not only having someone to confide in but also to share experiences together, grow together and check each other, knowing also how to accept constructive criticism. It’s about being honest, not judging each other and having the ability to forgive.
From the moment that service has become an integral part of my life, I realise that I have a more positive view of life. I am happier and more open to people and I would like to help others to also be more positive.
If I had to define a community, a year ago I would have said a group of people who live in the same place. From when I started the junior youth group my vision has become richer. Now I think that a community is a group of people who live in the same place, coming from different cultures and having different experiences, and who are able to live together, accepting and enriching themselves thanks to this diversity. I live in Villasanta, and I think that it is doing a great job in celebrating the diversity of the people who live there. I would like to continue educating the younger generations, the junior youth as well as the children, and continue on this path of self-enrichment as well as trying to involve as many people as possible to contribute to this vision.